Via Ferrata Monte Oranaye (Cima Dronero) 3.050 m
Tourenbeschreibung:
Der Klettersteig Monte Oronaye, an der Grenze zu Frankreich, entstand auf dem von den Alpentruppen Anfang der 1930er Jahre für militärische Zwecke angelegten Weg. Der Klettersteig hat zwei Arten von Seilen nebeneinander: Zum einen das historische Stahlseil der 1930er Jahre mit charakteristischen Holzoliven, für die Hände gut zu greifen, zum anderen das bei der Streckenführung verlegte Sicherungsseil. Beim Aufstieg gibt es zwei erhaltene gemauerte Schutzhütten (die letzte befindet sich knapp unterhalb der Spitze, vor der Treppe auf ca. 3000 m Höhe). Einzigartig sind sicherlich die in die Stahlseilmaschen eingelegten Holzkugeln zur Verbesserung der Griffigkeit, das System der Verankerung der Eisen im Fels mit Bleipatronen und die Gipfelleiter aus Stahlseil und Eisensprossen.
Die Route wurde dank der Arbeit des Bergführers Nino Perino hervorragend restauriert.Mit dem Auto:
Der Zugang zum Klettersteig befindet sich im oberen Valle Maira. Man fährt bis Acceglio und dann nach links, die zu den Weilern Chialvetta, Pratorotondo und Viviere führt. Nachdem man die letzte Häusergruppe passiert hat, parkt man auf der Straße, die jetzt eine Schotterstraße ist, in der Nähe eines Schildes, das den Klettersteig anzeigt.
Zustieg:
Entlang der Straße, an einer Kreuzung, nimmt man den Weg, der das lange Vallone di Enchiausa durchquert. Nachdem man die Grange Gorra auf der linken Seite passiert hat - 1915 m -, wandert man in der ständigen Präsenz des mächtigen Profils des Monte Oronaye, der als Talschluss dient weiter. Wenn man den Aufstieg fortsetzt, wird der Weg etwas steiler und manchmal steinig, lässt die Bric-Content-Wand auf der linken Seite und überquert dann einige Hügel, die mit Wiesen mit prächtigen Blumen bedeckt sind. Oben auf einer kleinen Hochebene biegt man links (Wegweiser) auf den Weg in Richtung Colle Feuillas ab. Jenseits des grasbewachsenen Hanges biegt man scharf nach links in Richtung der Geröllhalde ab, die vom Oronaye abfällt. Für Spuren des Pfads, der jetzt steiler und manchmal rutschiger wird, geht man zum Enrico Mario Biwak (2650 m).
Wegbeschreibung / Routenverlauf:
Im Biwak Enrico-Mario gibt es eine Erklärungstafel, die den Weg genau beschreibt. Der Zustiegsweg beginnt rechts am Biwak und überwindet einen Felsvorsprung mit einigen steilen, geschnitzten Stufen. Im ersten Abschnitt nach der Hütte ist der Weg schmal, aber gut markiert. Später wird der Weg exponierter, dann beginnen zwei parallele Seile (alt und neu) mit kurzen Unterbrechungen. Ein kurzes Stück mit gelblichen Felsen führt schnell zum ersten Stützpunkt, einem auch vom Start aus sichtbaren kleinen Unterstand, von dem aus man auf ausgesetzten Wegen nach links in Richtung Wand quert. Durch die mögliche Verwendung eines eigenen Seils kann man sich in den Abschnitten sichern, die nicht von den Stahlseilen bedient werden. Der folgende Abschnitt erreicht mit einer eher vertikalen Linie den zweiten in die Wand eingelassenen Unterstand auf dem Sella Dronero, neben einer langen Metalltreppe. Dem letzteren folgend verlässt man die senkrechte Wand und nimmt ein letztes leichteres Stück zum Dronero-Gipfel (3050m). Von oben eröffnet sich ein herrliches Panorama, das die Mühe reichlich entschädigt. Nicht weit entfernt, jenseits des Sattels und des felsigen Kamms, ragt das Metallkreuz des Gipfels des Mount Oronaye -3100 m- heraus, von hier aus derzeit nur mit entsprechender Ausrüstung und bergsteigerischen Fähigkeiten erreichbar (Passagen mit IV-Grad).
Abstieg:
Der Abstieg über den gleichen Aufstiegsweg ist nicht schwierig und dank der vorhandenen Wege immer klar erkennbar, erfordert jedoch besondere Aufmerksamkeit, um Steinschlag zu vermeiden. Wir haben ein Seil dabei gehabt um die Abstiegszeit durch abseilen zu verkürzen. Am Start angekommen, rechts halten und einige gelbe Hinweisschilder bis zum eigentlichen Weg, der am Biwak endet und von hier in den Talboden führt.
Descrizione del tour
La via ferrata del Monte Oronaye, al confine con la Francia, è stata realizzata sul percorso tracciato a scopo militare dagli alpini nei primi anni '30. La ferrata presenta due tipologie di funi affiancate: da una parte la storica fune d'acciaio degli anni '30 con i caratteristici ulivi in legno, facile da impugnare con le mani, e dall'altra la fune di sicurezza posata lungo il percorso. In salita si trovano due ricoveri in muratura conservati (l'ultimo è appena sotto la sommità, davanti alle scale a circa 3000 m di altezza). Uniche sono sicuramente le palline di legno inserite nella rete in cavo d'acciaio per migliorare l'aderenza, il sistema di ancoraggio del ferro nella roccia con cartucce di piombo e la scala sommitale in cavo d'acciaio e pioli di ferro. Il percorso è stato superbamente restaurato grazie al lavoro della guida alpina Nino Perino.
In macchina:
L'accesso alla ferrata è nell'alta Valle Maira. Andare ad Acceglio e poi a sinistra che porta alle frazioni di Chialvetta, Pratorotondo e Viviere. Superato l'ultimo gruppo di case, si parcheggia sulla strada, ora sterrata, in prossimità di un cartello che indica la via ferrata.
Approccio:
Lungo la strada, ad un bivio, si imbocca il sentiero che attraversa il lungo Vallone di Enchiausa. Dopo aver superato sulla sinistra le Grange Gorra - 1915 m - si continua a camminare alla costante presenza del possente profilo del Monte Oronaye, che funge da testata della valle. Proseguendo la salita, il sentiero si fa un po' più ripido ea tratti sassoso, lasciando sulla sinistra la parete contenta del Bric e poi attraversando alcune colline ricoperte di prati dai magnifici fiori. Alla sommità di un piccolo pianoro si svolta a sinistra (segnavia) sul sentiero verso il Colle Feuillas. Oltre il pendio erboso si piega decisamente a sinistra verso il ghiaione che scende dall'Oronaye. Per le tracce del sentiero, ora più ripido ea tratti scivoloso, si va al Bivacco Enrico Mario (2650 m).
Indicazioni / percorso:
Nel bivacco Enrico-Mario è presente una bacheca esplicativa che descrive dettagliatamente il percorso. Il sentiero di avvicinamento inizia a destra del bivacco e supera una cengia con alcuni ripidi gradini intagliati. Nel primo tratto dopo il rifugio il sentiero è stretto ma ben segnalato. Successivamente il sentiero si fa più esposto, quindi iniziano due corde parallele (vecchie e nuove) con brevi pause. Un breve tratto con roccette giallastre conduce velocemente alla prima base, un piccolo rifugio visibile anche dall'attacco, dal quale si attraversa su esposti sentieri a sinistra verso la parete. Utilizzando la propria fune ci si può assicurare nei tratti non serviti dalle funi d'acciaio. Il tratto successivo raggiunge il secondo rifugio incassato nella parete della Sella Dronero, in corrispondenza di una lunga scalinata metallica, con linea più verticale. Seguendo quest'ultima si lascia la parete verticale e si prende un ultimo, più facile pezzo, alla vetta del Dronero (3050 m). Dall'alto si apre un meraviglioso panorama che compensa ampiamente la fatica. Poco distante, oltre la sella e la cresta rocciosa, sporge la croce metallica della vetta del Monte Oronaye -3100 m-, da qui attualmente accessibile solo con attrezzatura adeguata e capacità alpinistiche (passaggi con IV grado).
Discesa:
La discesa per lo stesso sentiero di salita non è difficile e, grazie ai sentieri esistenti, è sempre ben riconoscibile, ma richiede particolare attenzione per evitare la caduta di sassi. Avevamo con noi una corda per accorciare i tempi di discesa calando in corda doppia. Arrivati all'attacco si tiene la destra e si vedono alcuni cartelli gialli fino al sentiero vero e proprio, che termina al bivacco e da qui porta a fondovalle.